Una luce, una speranza…

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3 Maggio 2016 di mariorivolta

 Tato

 

I bambini erano stanchi, forse spaventati… ma così affamati, disperati, soli da non rendersene conto.

Il bambino più grande, lo chiamo “bambino grande” perché per lui anche il nome era un lusso, faceva un po’ da mamma, perché gli altri tre gli erano addosso, per cercare calore, conforto contatto.

Non faceva freddo, il freddo veniva dallo stomaco…

Cosa ci facevano dei bambini, spaventati, sporchi, affamati in quella grotta?

Non lo so, non so tutto e voi?

So solo che “Bambino piccolo” era tranquillo di sentirsi spingere da “Bambino grosso”

“Bambino strano” era finalmente riuscito a trovare un po’ di tranquillità nei suoi pensieri.

“Bambino saggio” stava pensando a cosa fare appena sarebbero usciti da quella grotta e avrebbero ritrovata l’infinita potenza del sole, la straordinaria durezza della terra, la continua carezza del vento, e la serrante, continuamente presente morsa della fame.

Per fortuna, pensava, eravamo in cinque e, per ancora più fortuna, eravamo diversi.

Bambino saggio era contento che ci fosse bambino piccolo perché spesso lo usava per intenerire gli altri e quindi cercare di dare al gruppo un senso, un ordine, una struttura….certo nella sue mente le parole erano altre ma io sto parlando voi, lettori, quindi uso parole a voi più consone, adeguate, conosciute.

Dimenticavo, non avevano acceso il fuoco per cui l’unica luce era quella, poca, che veniva dall’esterno.

Non so dirvi che ora era, era nel mezzo della paura, dell’abbandono, della disperazione che spesso accompagnano la notte quando bambino grande si allertò.

Rumori di qualcosa che si avvicinava…

Luci che si muovevano intorno all’ingresso…

Spavento, visto che i rumori si fanno qui e la luce entra nella grotta…

 

Là, intagliato dalla luce che porta nella mano destra, forse un legno infuocato che usa come torcia, la dietro, dentro quell’ombra nera che avanza, compare un GRANDE.

 

 

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